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La costruzione della Cattedrale risale agli anni 1072-1104 ad opera del vescovo Pietro da Salerno e per la munificenza dell'imperatore d'oriente Michele VII Ducas. La Cattedrale è di stile romanico mentre, nell'interno, si presenta in gotico lombardo dopo il restauro del 1250 da parte del vescovo Pandolfo che fece sostituire le capriate in legno della navata centrale e del transetto con archi gotici. La frequente presenza dei pontefici in Anagni spiega perché la Cattedrale fu sede di importanti fatti storici come il "pactum anagninum" (trattativa tra il Papato e l'Impero) e la canonizzazione di San Bernardo di Chiaravalle, Santa Chiara d'Assisi, Edoardo il Confessore re d'Inghilterra e San Pietro eremita vescovo di Trevi. In essa furono anche comminate le scomuniche contro l'antipapa Ottaviano Monticelli (Vittore IV) e contro gli imperatori Federico Barbarossa (24 marzo 1160), Federico II e Manfredi.

La facciata ben piantata esprime forza e semplicità in un muro crudo, sul quale si aprono tre ingressi ad oriente. Accanto all'ingresso di sinistra, dietro a una grata, c'è un affresco di Madonna in trono tra S.Caterina della Rota e S.Antonio Abate (sec.XIV). La parte occidentale dell'edificio sacro presenta tre bellissime absidi e una scalinata, che dà un tono solenne all'insieme. Il campanile, alto 30 m e in stile romanico, presenta monofore, bifore e trifore. Venne restaurato nel 1938 quando all'interno di esso venne installato un castello di ferro, che sopporta il peso di cinque campane.

L'edificio sacro è a tre navate; caratteristico il pregevole pavimento a mosaico eseguito tra il  1224 e il 1227 dalla celebre famiglia di marmorari romani, i Cosmati (da qui l'aggettivo cosmatesco). La lunetta interna sopra la porta centrale raffigura la Madonna con bambino tra S. Magno e S. Secondina. Sullo sfondo dell'abside centrale, sopra il panneggio del Cisterna, campeggiano le figure degli Apostoli, ognuno caratterizzato dal proprio attributo, opera del Borgogna (sec. XVII), in alto le figure dei santi venerati ad Anagni, l'Annunciazione e l'Eterno Padre opera dei pittori Pietro e Giovanni Gagliardi. Nell'abside di sinistra i discepoli di Emmaus e gli angeli adoranti. In quella di destra il matrimonio tra S.Giuseppe e la Vergine ed il Transito di S.Giuseppe. Nell'abside maggiore possiamo ancora ammirare tre pregiate opere del Vassalletto (1263): una bellissima colonna tortile mosaicata per il candelabro del cero pasquale, la cattedra episcopale e il ciborio che copre l'altare, tutte opere volute dal vescovo Landone. Si affacciano sul vano della chiesa il battistero e le cappelle Lauri, Caetani, Raoli (detta anche cappella di S. Carlo) con il quadro della Madonna della Misericordia opera del Frenguelli donato da Papa Leone XIII. Ai lati due tele dei fratelli Gagliardi.

Si ringraziano Osvaldo Caperna e Vincenzo Caperna per il contributo foto.

Il pavimento cosmatesco



Porfido rosso, serpentino verde, giallo antico e marmo bianco. Con questi quattro tipi di pietra i maestri marmorari della famiglia romana dei Cosmati hanno realizzato nel Lazio i pavimenti geometrici più belli del Medioevo (ma forse di tutti i tempi).

In particolare, quelli della Cattedrale di Santa Maria Annunziata di Anagni e della cripta di San Magno sono due degli esempi più raffinati e completi (nonostante alcuni rifacimenti moderni). E non è un caso che questi pavimenti cosmateschi si trovino proprio in quella città: Anagni, infatti, dette i natali a ben quattro papi tra l’XI e il XIII secolo ed era il loro luogo di villeggiatura preferito. Una località importante, dunque, tanto da essere chiamata “la città dei papi”.

Il pavimento, realizzato tra il 1224 e il 1227, presenta una fascia centrale in cui si ripete per cinque volte il motivo a quinconce (o quincunx) formato cioè da un cerchio centrale con altri quattro cerchi negli angoli.

Il cerchio in marmo è molto frequente perché i dischi venivano ottenuti dal taglio trasversale di vecchie colonne romane riutilizzate.

Accanto a questa striscia, che sembra accompagnare il fedele verso l’altare, si trovano tante zone rettangolari (dette partizioni reticolari) riempite con motivi geometrici basati sul quadrato o sull’esagono. Oltre ai quinconce e alle partizioni reticolari si trovano, infine, alcune serie di cerchi uniti da intrecci detti, con un termine francese, guilloche.

La tecnica con cui sono realizzati non è il mosaico, che prevede l’uso di piccole tessere quadrate, ma l’opus séctile. Questa antica tecnica di età romana si basava su elementi tagliati già con la forma definitiva: cerchi, quadrati, triangoli e losanghe. Piccoli elementi geometrici che, sapientemente incastrati, riescono a creare l’effetto di un magnifico tappeto ricamato.

Un tappeto con geometrie molto complesse. Ridisegnarne uno, anche un piccolo pannello come questo del Magister Vitellius Setinus, non è cosa facile. Se volte mettervi alla prova seguite queste istruzioni.

Questi motivi geometrici, tuttavia, non erano una novità. Nei mosaici romani di mille anni prima erano già apparsi intrecci circolari simili alle guilloche e ai quinconce.

Un pavimento di questo genere si trova anche nel presbiterio dell’Abbazia londinese di Westminster. Sì, proprio la chiesa dove vengono incoronati i reali inglesi e dove si celebrano i loro matrimoni!

Ma che ci fa un pavimento cosmatesco in Inghilterra? La storia comincia nel 1258 quando Richard De Ware, appena nominato abate di Westminster, si recò dal papa per ricevere la conferma del suo nuovo ruolo. L’incontro avvenne proprio ad Anagni dove papa Alessandro IV amava soggiornare.
Si narra che l’abate sia rimasto incantato dallo splendido pavimento della Cattedrale tanto da decidere su due piedi che la sua abbazia avrebbe dovuto averne uno uguale nello spazio davanti all’altare. Per De Ware quel pavimento non era solo un meraviglioso decoro ma anche la rappresentazione in forme visibili di un ordine divino e un modo per esprimere la potenza del suo sovrano, re Enrico III.

 

Fonte https://www.didatticarte.it/Blog/?p=8538