Scarica
la mappa

Chiesa di Sant'Andrea e annessa cripta di San Vito

Percorrendo via Vittorio Emanuele si raggiunge la contrada Valle, posta in una piccola depressione della collina ai piedi di Colle Sant’Angelo. Inglobata nelle mura cittadine, la zona in età antica doveva essere intensamente abitata, risentendo presumibilmente della vicinanza degli Arcazzi e delle terme. Nel corso del tempo la zona vide la popolazione contrarsi o accrescersi secondo il periodo storico. Grazie alla presenza della corte papale nel medioevo si arricchì di case e piccoli palazzi, spesso nascostial turista di oggi da vesti ottocentesche.

Da lontano si riesce a scorgere il campanile di uno dei piccoli gioielli della zona: la chiesa di Sant’Andrea. L’edificio di culto è citato già in alcuni documenti medievali di cui il più antico risale al 1003. Altri testi dimostrano la sua resistenza alle alterne vicende dell’area, grazie alle sue relazioni con alti prelati della curia.

La chiesa subì tra il 1263 e il 1276 una radicale trasformazione sotto il vescovo Landone Conti e le sue forme romaniche vennero tradotte in uno stile gotico. Fu così ampliato il presbiterio e alzato il campanile, ma i resti romanici sono ancora visibili in un ambiente con volta a botte, l’arco della torre campanaria e da alcuni resti lungo il corso principale.Il rinnovamento portò all’ampliamento della struttura che inglobò anche la più antica chiesa di San Vito, trasformandola nella sua cripta. Nel Cinquecento il cardinale Benedetto Lomellino restaurò la chiesa, ma fu solo tra il 1748 e il 1751 che una nuova ristrutturazione le fece perdere le forme romanico-gotiche e circa dieci anni dopo fu realizzata la facciata attuale. Nel 1860 fu demolita la cuspide del campanile e fu inserito un orologio poi asportato nel secolo scorso al fine di ripristinare l’aspetto più antico.

La facciata settecentesca è movimentata da due ordini di lesene e da un unico portale, al di sopra del quale è una vetrata colorata che illumina la navata interna. Alcuni lavori di restauro del 1983 riportarono alla luce l’arco ogivale sul lato destro sormontato da una scultura rappresentante un cavaliere su un animale feroce, databile presumibilmente alla seconda metà dell’VIII secolo. All’interno si sviluppa un’unica navata con cappelle laterali. Il pavimento è in stile cosmatesco, ma è stato rimaneggiato intorno al 1954. Dietro l’altare sono tre quadri dedicati a Sant’Andrea: al centro il santo con la Vergine ed alcuni Beati, opera del Giorgini, ai lati la Vocazione e il Martirio dipinti da Gagliardi nel 1894. Qui viene conservato anche il Trittico del Salvatore, con Maria, Sant’Andrea e il donatore Gregorius Francisci, all’interno, e San Magno e Santa Secondina all’esterno degli sportelli. Generalmente datato al XIV secolo, gli studiosi concordano nel ravvisare nel dipinto lo stile della scuola del Cavallini e del Torriti.

Testo © Dott.ssa M. Giudici