Scarica
la mappa

La chiesa, situata in Piazza Cavour e in origine dedicata a Santa Balbina, viene affidata alla Confraternita della Madonna di Loreto nel 1574. Viene ricostruita a partire dal 1749, in vista dell’anno giubilare del 1750, per volontà di Mons. Bacchettoni. Questa nuova costruzione, che possiamo ammirare ancora oggi, presenta un’elegante facciata settecentesca, caratterizzata nel registro superiore dalla presenza di una vetrata, raffigurante una croce, che illumina lo spazio interno; sopra il portale, invece, è riportata la data di fondazione (1750) e la dedica alla Vergine. Lunga appena 13 metri e larga 7 metri, presenta un’unica navata coperta da una volta a botte, sorretta da due file di quattro pilastri. L’area presbiterale, di forma rettangolare, è sormontata da una cupola sferica decorata da un cielo stellato e da un piccolo lanternino. Nell’affresco al centro della navata è rappresentata l’Assunzione di Maria al cielo tra gli angeli, che con i loro colori vivaci superano la simmetria e i contorni del riquadro che li racchiudono. Lungo il lato sinistro della chiesa, all’interno di una cornice in stucco, è collocata una tela di Taddeo Zuccari (1563) raffigurante Santa Lucia, San Biagio e Sant’Apollonia. Al centro troviamo Santa Lucia, e accanto a lei un angelo che tiene gli occhi in un piattino; sulla sinistra compare San Biagio, coperto da paramenti vescovili; in basso a destra è Sant’Apollonia che, nella mano sinistra, stringe la palma del martirio. Sull’altare principale troneggia una pala settecentesca (1755) raffigurante la Vergine, con in braccio il bambino, che indossa un mantello celeste; ai suoi piedi sono presenti San Magno, patrono di Anagni, e Santa Balbina. L’anagnino Magno Tucciarelli, autore dell’opera, ha voluto porre la sua firma sul libro rovesciato che troviamo accanto a San Magno. All’interno di una delle cappelle lungo il lato destro, infine, vi è una tela risalente al XVIII secolo che raffigura la Vergine tra le nubi, mentre ascende al Paradiso; sono rappresentati a sinistra San Pasquale e a destra santa Rosa da Viterbo. Percorrendo il vicoletto immediatamente a sinistra dell’entrata della chiesa si giunge di fronte al monastero delle clarisse di Santa Chiara.

Contributo testuale della guida tustitica Francesca Ascenzi.